Un’ altra citazione da Louise Bourgeois, tratta da una sua conversazione con Bernard Marcadé del 1993.

“Tutto il mio lavoro è evocativo; non è esplicito. Le cose esplicite non sono interessanti perché sono troppo definitive e prive di mistero. Tutto questo è soggetto alla propria interpretazione, alla propria visione [guarda una scultura cui sta lavorando]. Questo pezzo è importantissimo per me … Non permetto agli artisti di venire qua perché qualunque artista degno di questo nome direbbe: ‘Però, qui c’è sotto qualcosa. Non so cosa lei voglia dire, non so cosa questo voglia dire, ma c’è un’energia. Qui c’è un’energia di cui posso servirmi.” Il lavoro ha per me un tale valore e ci metto una tale energia e fatica che non voglio che qualcuno ne tragga subdolamente ispirazione. Non ne ho bisogno, non ho bisogno di ammiratori, non ho bisogno di fan. Non fa per me. Io non voglio essere disturbata, capisce? Se sono intenta a sviluppare questo tema, non voglio essere disturbata. Tutto qui. Non posso permettermi di essere disturbata. Sono una fondista. Mi ci vogliono anni e anni per produrre ciò che faccio. Sono una fondista; sono anche una fondista solitaria, ed è quello che voglio.”

 

E le parole di Emily Dickinson (J1695):

 

Ha una sua solitudine lo spazio,

solitudine il mare

e solitudine la morte – eppure

tutte queste son folla

in confronto a quel punto più profondo,

segretezza polare,

che è un’anima al cospetto di se stessa –

infinità finita.

emly-dickinson